LA VERITA’ SU ARKEON - Sentenza (definitiva) “arkeon” di primo grado a Bari: nessuna “psicosetta”

Nelle Motivazioni della Sentenza, alle pagine 896 e 897 si legge:
“l’esito di questo giudizio ha sconfessato la sussistenza della principale e più grave delle accuse, costituita dall’essere Arkeon una “psico-setta”, ha portato ad escludere la sussistenza di uno stato di incapacità di intendere e volere per i partecipanti a qualsiasi tipo di seminario e di tecniche manipolatorie della mente, nonché di violenze di ogni genere poste in essere nei confronti di minori. In questo giudizio non vi è stata contestazione di reati fiscali ed è emerso che i costi dei seminari erano fissi e noti ai partecipanti. Il processo ha portato ad escludere la sussistenza dell’aggravante dell’aver indotto nei partecipanti il timore di un pericolo immaginario, come cagione giustificativa degli esborsi economici, nonché di quella del danno di rilevante entità e da questo è conseguita la ritenuta improcedibilità dei reati di truffa, con riferimento ai quali non era stata sporta alcuna querela da parte delle vittime…”

Registrazione audio integrale della Relazione di Raffaella Di Marzio: ORGANIZZAZIONI SETTARIE E ANTISETTARIE: STRUTTURE E DINAMICHE SIMILARI IN CONTESTI ANTAGONISTI - 12° Congresso Internazionale della Società Italiana di Psicologia della Religione (SIPR): "L'IO, L'ALTRO, DIO: Religiosità e Narcisismo" - Testo registrazione

Le Confessioni del "mostro nello specchio". Arkeon, Le Associazioni Anti-sette e l'Ordine degli Psicologi: Un'esperienza personale

The Confessions of "the monster in the mirror". Arkeon, the Anti-cult Associations and the Order of Psychologists: a personal experience

Movimenti Antisette e Neutralità dello Stato - Un caso di studio: la FECRIS

Nella sua conclusione Willy Fautrè mette in evidenza come associazioni membri della FECRIS, nelle nazioni prese in considerazione dalla ricerca, mettano in atto azioni discutibili

Sette, antisette, "setta degli antisette", aiuto e altre riflessioni - Simonetta Po

Persecuzione e campagne anti-sette: intervista a Raffaella Di Marzio - di Camillo Maffia


sabato 18 dicembre 2010

“Arkeon è stata sciolta, le vere vittime siamo noi” 18-12-10 - da "Quotidiano di Bari"


“Arkeon è stata sciolta, le vere vittime siamo noi”

-La replica di Vito Carlo Moccia dopo l’intervista alla sua principale accusatrice su questo giornale-

Vito Carlo Moccia, anima spirituale e materiale di ‘Arkeon’, dopo l’ultimo articolo pubblicato su queste colonne domenica scorsa ha deciso di replicare per la prima volta sulla stampa alle accuse lanciate da tempo dalla psicologa barese Lorita Tinelli, chiarendo subito che le vicende di cui si parla sono ancora oggetto d’un processo dibattimentale.

“Ho piena fiducia nella giustizia, che smaschererà le falsità che sono state dette nei miei confronti e nei confronti dell’Associazione ‘Arkeon’, come ha già fatto nei confronti di soggetti che hanno tentato di costituirsi parte civile nel processo. La mia sensazione è di essere diventato, al di là del procedimento giudiziario, un “capro espiatorio” personale della signora intervistata (la dottoressa Tinelli, Ndr) che persiste nei suoi attacchi mediatici verso la mia persona. A conferma di ciò, non posso non ricordare la frase ossessiva - indirizzata alla mia persona - pronunciata ad una trasmissione TV: “…sono dieci anni che gli sto dando la caccia…”.

Per Moccia la prima cosa che salta agli occhi nell’intervista pubblicata cinque giorni fa sono le espressioni non circostanziate, di cui fa utilizzo smodato: l’espressione “diverse persone” viene utilizzata più volte, ma mai esistono riscontri numerici o fattuali. “Chi e quante sono queste persone a cui si fa riferimento? L’accusa di “dossieraggio” a carico dei membri di ‘Arkeon’ è tanto grave, quanto indefinita: l’espressione “alcuni adepti” è inconsistente, non compare alcun riferimento temporale che documenti i fatti, ma soprattutto non viene chiarito il motivo per cui la vostra intervistata non abbia sporto denuncia di fronte a un fatto - presunto - di tale gravità...”, precisa ancora in questa replica il capo di ‘Arkeon’. Il quale si chiede anche come nelle accuse lanciate attraverso questo giornale da Lorita Tinelli , non venga citato neanche uno tra gli addirittura quindici ‘blog’ nei quali alcuni anonimi avrebbero tentato “con ogni mezzo di minarne la credibilità professionale”. E anche in questo caso, in quale misura queste azioni possono essere collegate allo stesso Moccia? “Ciò che invece è possibile sia accaduto è che ex membri di ‘Arkeon’, vessati per anni, abbiano perso la pazienza ed abbiano deciso di replicare, anche duramente, agli attacchi: “…non posso condividere la loro reazione dura, perché gli estremismi non mi appartengono, ma li capisco eccome”.

L’associazione ‘Arkeon, spiega ancora Moccia, è un’associazione sciolta da anni, mentre si accumulano ancora altre accuse ed anche nel citare il Ministero di Giustizia, ad esempio, ci sarebbe da chiedersi se la signora Tinelli si riferisca a quello stesso Ministero del quale per lungo tempo ha vantato sul proprio sito internet un patrocinio scaduto, tanto da venir poi in fretta e furia cancellato dal suo sito internet? Ecco, allora, che quest’altro elemento potrebbe essere utile a per comprendere altre affermazioni su “minaccia di spedizioni punitive” o "macchina della ritorsione": in quale maniera Moccia sarebbe coinvolto in queste macchinazioni? E soprattutto, dato che viene accusato di essere una specie di “regista occulto”, dandogli, come dice lui stesso “…più importanza di quella che merito, come mai non è stata sporta un’altra denuncia circostanziata?” Conclusione? “Ho taciuto a lungo, al solo fine di garantire alla giustizia la serenità necessaria per fare il suo corso, ma ho difficoltà a sopportare altre prese di posizione finalizzate alla persecuzione di chi la pensa diversamente rispetto alla signora intervistata dal vostro giornale. Prova ne sia che anche altri studiosi, che hanno approcciato al caso ‘Arkeon’ in modo indipendente, sono stati attaccati e perseguitati, con l’unica colpa di aver manifestato pubblicamente un punto di vista differente, su questa vicenda.

Un sito che si era permesso di affermare che forse ‘Arkeon’ non era l’inferno è stato sequestrato dalla Digos; peccato che sia stato dissequestrato dopo brevissimo tempo (e sia on-line tutt’ora) ma ovviamente questo “è sfuggito di mente” alla signora intervistata. Paradossalmente, risulta evidente che l’intervistata – o persone a lei vicine - utilizzano esattamente quei metodi che falsamente attribuiscono ad altri, tanto che diversi periti di parte - in particolare uno psichiatra e una psicoterapeuta pronti a testimoniare a nostro favore - sono da mesi intimiditi e diffamati presso associazioni di categoria e pazienti con affermazioni del tipo “…ma lo sa che il Dottore è dalla parte delle psicosette…?”

Dunque, per Carlo Vito Moccia Arkeon non è mai stata una “setta” o un gruppo impegnato in macchinazioni; il tempo farà chiarezza e la giustizia sanzionerà responsabilità personali se ve ne sono, ma quello di cui di cui non si sente bisogno, sono altre accuse a processo ancora in corso. O la pubblicazione su internet di video-riprese di vecchie riunioni di Arkeon, con persone accusate di appartenere “…ad un’associazione regolarmente costituita per frequentare corsi di miglioramento personale, definite membri di un’inesistente psicosetta satanica, la cui vita è stata rovinata dall’istigazione all’odio”.

E ora la prossima parola su ‘Arkeon’ passi al collegio giudicante della Seconda Sezione Penale presso il Tribunale di Bari, tra meno di tre mesi…

Francesco De Martino


Interamente tratto da “Quotidiano di Bari” 18-12-2010

http://www.quotidianodibari.it/cronaca/1812-arkeon-e-stata-sciolta-le-vere-vittime-siamo-noi.html

giovedì 16 dicembre 2010

Processo arkeon: giustizia o farsa? 16-12-10


Credo che oggi sarà una giornata molto importante.
Sarà una giornata cruciale per la vicenda arkeon.
Oggi sapremo con chi abbiamo realmente a che fare.

Ci sarà infatti un’udienza a Bari che riguarda arkeon.
Proverò a sintetizzare, per ciò che ho avuto modo di capire, i passaggi che hanno portato a questa udienza.
Invito comunque chi fosse interessato ad approfondire la questione, di fare riferimento al sito “Caso arkeon”.
http://ilcasoarkeon.wordpress.com/ciccio/

- Nel gennaio 2006 Lorita Tinelli e due persone scontente del metodo arkeon andarono in televisione da Maurizio Costanzo. http://ilcasoarkeon.files.wordpress.com/2009/10/tutte-le-mattine.pdf
Nelle tre puntate in cui fu trattata anche la vicenda arkeon, queste tre persone fecero diverse affermazioni che cito letteralmente:

- Spillano soldi per corsi sul nulla…
- Attingono a varie tecniche di psicoterapia…
- Soggiogare persone…
- Piccoli grandi reati…
- Psicoterapia di gruppo…
- Truffata…
- Promessa di vita splendida…
- Non mi hanno detto il costo del seminario prima…
- Iniziazione come “sabba”…
- Simulazione di stupro…
- Tendono a recidere i legami…
- Hanno fatto smettere cure ufficiali…
- Abuso professione medica…
- Dismissione farmaci…
- Tentati suicidi per sconvolgimenti emotivi…
- Reati di natura fiscale…
- Coppie separate…
- Abusi sessuali subiti…
- No limits con minori…
- Venire trattenuti nel no limits…
- Il maestro promette guarigione fisica, psichica, spirituale…
- Memorie innestate…
- Meccanismi che tendono a isolare…
- Ascoltare solo le voci del maestro e non quelle dei genitori…
- Ecc.

Nel corso della terza e ultima trasmissione di Costanzo, dedicata anche ad arkeon, intervenne una famiglia di arkeon, portando con sobrietà la propria esperienza positiva.
In seguito a ciò e a molte testimonianze grate verso il percorso di arkeon, portate da tante famiglie, Costanzo ritenne di fermarsi lì.
Nelle settimane successive diverse persone di arkeon provarono a portare le loro esperienze sul forum del CeSAP cercando un dialogo.
Vennero derisi, così come tutti coloro, compreso chi scrive, che cercarono anche in seguito di portare le proprie opinioni e ragioni.

Nella primavera 2006 partirono le denunce contro il CeSAP, la dott.ssa Tinelli e gli altri due intervenuti in trasmissione.
Ci furono due tipi di denunce per diffamazione: una penale e una civile.
Quella civile è tuttora in corso.
http://pietrobono.blogspot.com/2009/06/arkeon-il-procedimento-civile-per.html

(Nell’Aprile 2011, in seguito alla morte di Carlo Fornesi, il Giudice ha sospeso il processo. Gli avvocati di Moccia, per non coinvolgere nel procedimento gli eredi di Fornesi, hanno preferito lasciar decadere il procedimento).

Quella penale ebbe altro destino.
Da quanto ho potuto capire furono un’ottantina le persone che denunciarono la Tinelli e altri due frequentanti scontenti per le pesanti dichiarazioni fatte nelle trasmissioni e sul forum CeSAP.
Queste denunce in gran parte confluirono a Bari dove a piccoli gruppi vennero archiviate dal Dottor Francesco Bretone, il PM che intanto stava coordinando il procedimento contro Vito Moccia e altre persone di arkeon.
Molte famiglie di arkeon, con tutto ciò che era accaduto nel corso dei mesi (una vera e propria persecuzione, con atti estremi di minaccia, a cui ho accennato in una mia comunicazione pubblica), lasciarono correre.
http://pietrobono.blogspot.com/2008/10/presidente-f.html
http://pietrobono.blogspot.com/2010/10/arkeon-e-lorticaria-di-lorita-tinelli.html

Alcuni, tra cui Moccia, non si lasciarono intimorire e respinsero l’archiviazione.

Le carte hanno così fatto il loro corso fino ad ora, dove a Bari si dovrebbero discutere di tutto ciò nell’udienza odierna.
Ho volutamente scritto “si dovrebbe” perché, e qui sta la questione, in questa udienza ci sarà un PM che dovrebbe perorare la causa di queste famiglie di arkeon che desiderano si cominci a fare chiarezza. E ci sarà un Giudice che dovrebbe giudicare in modo imparziale.
Come si può vedere i “dovrebbe” si stanno moltiplicando a dismisura.
Il perchè è presto detto.
Il PM in questo procedimento, che dovrebbe tutelare le famiglie dalle diffamazioni di Lorita Tinelli, sarà Francesco Bretone.
E il Giudice sarà Marco Guida, lo stesso che ha gia rinviato a giudizio Moccia e altre dieci persone.
Ora io non sono incompetente in materia.
Sono proprio un asino.

Ma una cosa la capisco.
Che se Bretone e Guida oggi non rinunceranno al loro incarico, per un principio etico di incompatibilità con le altre funzioni che svolgono in questa vicenda, allora la Giustizia barese si trasformerà in “teatrino” di pessimo gusto.

Staremo a vedere.
Saranno i fatti a parlare.
E speriamo che parlino anche le coscienze...

Pietro Bono

martedì 14 dicembre 2010

Caso arkeon: il contributo scientifico di Lorita Tinelli 14-12-2010

E’ impressionante riascoltare l’intervento di Raffaella Di Marzio “Organizzazioni settarie e antisettarie: strutture e dinamiche similari in contesti antagonisti”.
http://pietrobono.blogspot.com/2010/12/organizzazioni-settarie-e-antisettarie.html

Ed è ancor più istruttivo farlo ora, dopo l’ennesimo atto di “propaganda” di Lorita Tinelli, ossia dell’ennesimo pezzo "giornalistico" del “paladino” Francesco De Martino: “Io, perseguitata e minacciata da Arkeon”.http://www.quotidianodibari.it/attualita/1793--io-perseguitata-e-minacciata-da-arkeon.html

Francesco De Martino non è certo nuovo a questo genere di prestazioni.
http://pietrobono.blogspot.com/2010/10/il-metodo-arkeon-e-altri-metodi-22-10.html

Ma non tratterò ora di questo ennesimo esempio di giornalismo “famelico”.
http://www.dimarzio.it/srs/modules/news/article.php?storyid=183
http://dimarzio.info/it/articoli/sette-e-media/81-essere-o-non-essere-setta-questo-e-il-problema.html

E’ comunque significativo e anche istruttivo che, di fronte all’ennesimo contributo scientifico di Raffaella Di Marzio, che segue di pochi mesi l’uscita del suo libro “Nuove religioni e sette - La psicologia di fronte alle nuove forme di culto”, l’unica risposta della sua collega Lorita Tinelli, sia un “patetico” articolo di giornalisti compiacenti e per niente interessati ad approfondire professionalmente la vicenda.
Già questo credo possa rendere l’idea del divario, del gap che separa chi intende fare ricerca scientifica da chi intende fare propaganda e magari cercare vantaggi.

Trovo paradossale che, proprio con questa sua ennesima e sconclusionata uscita, la dott. Tinelli, non si renda conto che non fa altro che dare vigore e confermare “in toto” proprio le ipotesi contenute nel contributo di Raffaella Di Marzio: “Organizzazioni settarie e antisettarie: strutture e dinamiche similari in contesti antagonisti”.http://pietrobono.blogspot.com/2010/12/organizzazioni-settarie-e-antisettarie.html


Nell’estate 2010 è stato oscurato dalla magistratura di Bergamo, su segnalazione di Massimiliano Frassi, il blog del sociologo Stefano Zanetti: “Il giustiziere - La fabbrica dei mostri”.
Zanetti ha poi aperto un altro blog proprio per segnalare questo sconcertante episodio.
http://ilgiustiziere.wordpress.com/

La modalità e le motivazioni relative all’oscuramento di questo blog, ricordano molto da vicino, la vicenda toccata alla studiosa di religioni e culti, la psicologa Raffaella Di Marzio.
http://raffaelladimarzio.blogspot.com/2009/03/tasselli-di-esperienza-ottavo-tassello.html

Il giornalista Leonardo Tondelli, in un interessante articolo trattò la vicenda di Zanetti.
http://leonardo.blog.unita.it/il-blog-degli-orrori-1.61561
http://www.ilpost.it/2010/07/20/massimiliano-frassi-prometeo-anti-pedofilia-rignano-flaminio-stefano-zanetti/

Non l‘avesse mai fatto.
Si scatenò il finimondo.
http://alberodimaggio.blogspot.com/2010/07/la-colonna-infame.html

La vicenda è complessa. Ma la realtà è semplice.
Leonardo Tondelli, che mi è parsa persona di rara sensibilità e spiccato senso del rispetto, è stato “linciato” in rete, prendendosi del "pedofilo" e quant’altro per aver segnalato la censura calata sul sociologo Zanetti.
Ma anche forse per aver toccato già in passato qualche “nervo scoperto”.
http://piste.blogspot.com/2010/07/il-blog-di-marzapane.html

Cosa c'entra questa vicenda con arkeon e la dott.ssa Tinelli?
Eccome se c'entra.
Intanto appena mi sono permesso di seguire questa vicenda e linkarla sul mio blog, sul forum CeSAP gli “adepti” della Tinelli mi hanno ri-preso di mira, usando un tono palesemente intimidatorio già visto in quel forum, che mostra soltanto quanto il moderatore sia in realtà solo un “fantoccio di paglia”:
“… Noi sappiamo il nome del suo (pedofilo) e quello di sua moglie, come lui sa il nome di quelli cui era stato indotto di raccontare. I Falsi abusi allora dove sono? Chi ce li ha raccontati? Chi di ha provocato questi ricordi?... E spero che Ettore si svegli”.
http://www.cesap.net/forum//viewtopic.php?f=12&t=786&sid=ccb4857f947c22ccea78c11acf27854f
Non che altrove siano stati poi tanto più gentili con me e con la mia famiglia...
“…Il mestro stabiliva i matrimoni. Pietro Bono è uno di quelli che è stato indirizzato verso una ricca. Chiedetegli che mestiere fa. Si dice in giro che è un mantenuto che spara a zero contro chi ha avuto il coraggio di parlare. Il suo odio peggiore è nei confroni della Tinelli, lo stesso odio che ha il padre di Archèon Moccia. La odiano come non mai elaborando fantasie contro di lei. Sapete perchè? Perchè è testimone dei PM che in ogni parte d’Italia hanno attivato processi contro Archèon.
Hanno aperto contro di lei dei siti schifosi per cercare di renderla non attendibile. Ricordate la macchina del fango che ha scritto Saviano? Ecco come i mafiosi, hanno fatto questo…”.
http://lacriccaarcobaleno.blog.tiscali.it/2010/11/02/ancora-su-arkeon/

Oltre a ciò esistono molti altri legami tra Frassi e Lorita Tinelli.
Infatti mentre Moccia, il fondatore di arkeon, ha chiesto alla Tinelli ed al CeSAP un risarcimento, in caso di esito favorevole del procedimento civile, da destinarsi esclusivamente alle Suore di Madre Teresa, Lorita Tinelli avrebbe destinato, in caso di esito favorevole per lei del procedimento penale contro Moccia e contro arkeon, parte del risarcimento proprio a Frassi e alle sue attività.
http://pietrobono.blogspot.com/2009/06/arkeon-il-procedimento-civile-per.html

(Nell’Aprile 2011, in seguito alla morte di Carlo Fornesi, il Giudice ha sospeso il processo. Gli avvocati di Moccia, per non coinvolgere nel procedimento gli eredi di Fornesi, hanno preferito lasciar decadere il procedimento).

Ma c’è ben altro che lega Frassi alla Tinelli.
Entrambi sono consulenti delle Procure.
Credo sia quindi legittimo domandarsi se queste Procure non possano essere state influenzate da questo fatto nei provvedimenti presi verso Zanetti e Raffaella Di Marzio.
https://groups.google.com/group/free.it.religioni.scientology/msg/01f2f85e8859fbdb?hl=it

Inoltre la calzante definizione di “blog di marzapane” potrebbe essere forse utilizzata anche per il sito, in particolare il forum, del CeSAP. Più che il sito di un Centro Studi, potrebbe parere un sito di gossip. Con tanto di pubblicità a siti di agenzie di viaggio - Se non erro è questa la pagina che esce in contemporanea all’apertura del sito del CeSAP: http://www.expedia.it/default.aspx -

Anche il "roboante curriculum” messo in campo da entrambi, fa assai riflettere.
http://ilcasotinelli.blogspot.com/
http://giustiziaintelligente.blogspot.com/2009/03/dossier-su-massimiliano-frassi.html

E che dire dei riferimenti teorici utilizzati da Frassi e Tinelli?
Frassi, se ho ben compreso, prende soprattutto come riferimento Ray Wyre (descritto come "massimo esperto inglese di pedofilia").
http://leonardo.blogspot.com/2010/07/sequestraci-questo.html
Lorita Tinelli come riferimento pare avere preso Margaret Singer. In particolare il testo “Le sette tra noi” (Cults in our midst), e anche “Psicoterapie ‘folli’: conoscerle e difendersi”.
http://psicologicamente.altervista.org/biblioteca/Cults.pdf
http://xenu.com-it.net/txt/folli.htm
Nella sua patria la Singer è stata una studiosa assai controversa. Per alcuni periodi le sue consulenze non sono neanche state accettate dai tribunali.
“Martini”, nella sua traduzione in lingua italiana del libro di M. Singer e J. Lalich “Cults in Our Midst - Le Sette tra Noi ”, tiene chiaramente a specificare che: “…credo però sia di importanza altrettanto fondamentale non dimenticare che la Dot.ssa Singer è una psicologa clinica e che molte delle realtà rappresentate sono casi estremi e non di frequente riscontro. Anche se si afferma che ogni caso andrebbe valutato singolarmente, ho riscontrato nell'esposizione una radicalità che non condivido, e che potrebbe ingenerare nel lettore reazioni e prese di posizione eccessive…”.
Altrettanto ha fatto il Prof. Paolo Michielin nella presentazione italiana di un altro libro delle stesse autrici: “Psicoterapie Folli, Conoscerle e Difendersi”, sostenendo che: “…I lettori apprezzeranno la semplicità e l'efficacia dell'esposizione, ma dovranno ricordare che molte delle realtà rappresentate sono casi estremi, non di frequente riscontro.
… I lettori dovranno anche capire che alcune affermazioni sono volutamente provocatorie, che il merito rivendicato dalle autrici di «portare un po' di razionalità in un campo esposto alle valutazioni passionali e di parte» è condiviso dalla maggior parte di coloro che attualmente fanno ricerca in ambito psicoterapeutico e che le autrici stesse mostrano nei giudizi un'inevitabile parzialità e una qualche faziosità. Con queste avvertenze, la lettura del libro è certamente utile non solo alle persone inesperte ma anche agli psicologi e ai medici psicoterapeuti.
…Negli USA la psicoterapia può essere svolta non solo dai medici e dagli psicologi, ma anche da un gruppo, più o meno ampio e variegato, di «operatori sociali…”
http://xenu.com-it.net/txt/folli.htm#1

Massimo Introvigne offre uno spunto che ritengo particolarmente significativo riguardo alla figura della Singer:
“…Dopo avere ripetuto innumerevoli volte che s’interessa soltanto di comportamenti e non di dottrine, Margaret Singer dichiarava in un’intervista, già nel 1984, di considerare "settarie", "cultic", le posizioni di alcuni movimenti religiosi in quanto si situerebbero al di fuori del "mondo della scienza, del liberalismo e del razionalismo" e sarebbero "contrarie alla generale comprensione scientifica della causalità". Queste teorie, continuava la controversa psichiatra statunitense, sono intollerabili nel mondo moderno perché "non rimangono all’interno dei limiti generali del nostro ordine sociale, latamente considerato, che è una democrazia e che opera secondo le teorie della causalità scientifica" (23)”.
http://www.alleanzacattolica.org/indici/dichiarazioni/introvignem217.htm

Riguardo poi ad una, chiamiamola così, certa propensione per la “denuncia facile” questo primato non spetta certo a Frassi.
La studiosa Silvana Radoani ha ben illustrato quali possano essere le “metodiche” della psicologa Lorita Tinelli, anche verso i propri colleghi.
https://ilcasoarkeon.files.wordpress.com/2009/10/vittime-di-cult-o-anticult.pdf

Ci sarebbe molto altro da dire a riguardo. E ci sarà certo modo.

Desidero concludere dicendo che, per quel che mi riguarda, non condivido affatto le modalità e il linguaggio usato da Massimiliano Frassi nei suoi interventi.
Devo dire però che, da quando ho letto nel suo blog di un suo intervento in cui, sostanzialmente, raccontava di aver ricevuto nella sua infanzia abusi da parte di un adulto (un sacerdote?), questo fatto mi permise di comprendere, anche se non giustificare, tali modalità.

Per quanto riguarda invece la dott.ssa Tinelli la questione appare più complessa.
http://pietrobono.blogspot.com/2009/07/arkeon-i-metodi-del-cesap-e-della.html
Per quanto ne so’ è difficile credere che il suo tentativo di screditare le sue colleghe sia slegato dal bisogno di togliersi più di qualche sassolino dalla scarpa per vecchie divergenze.
Così come è difficile credere che, ad esempio, la sua lotta contro i Testimoni di Geova, sia del tutto disinteressata ed estranea a sue vicende personali.
Il che, se così fosse, pur dando un senso a tanto livore, farebbe una bella differenza.
Insomma, al di là di quanto Lorita Tinelli amerebbe far credere, il CeSAP parrebbe più una associazione anti-sette estremistica che un Centro Studi. Un’associazione molto vicina ai sistemi utilizzati in passato dal CAN (Cult Awareness Network).

Raffaella Di Marzio parla del CAN nel suo decimo tassello: "Cronaca di un incontro con Michael Langone, Direttore esecutivo dell' ICSA (International Cultic Studies Association)".
http://raffaelladimarzio.blogspot.com/2010/07/tasselli-di-esperienza-decimo-tassello.html

“…Le attività del CAN erano finalizzate a combattere le sette e soprattutto il cosiddetto "lavaggio del cervello" che si riteneva venisse praticato al loro interno. Oltre a utilizzare modalità discutibili per attaccare vari gruppi (come l’uso strumentale della stampa, le lettere di minacce inviate o a singoli membri oppure a strutture che accoglievano i movimenti per lo svolgimento di corsi, seminari, conferenze ecc), il CAN si serviva anche dei deprogrammatori (persone che tentavano di costringere gli adepti a lasciare il gruppo utilizzando metodi discutibili e anche talora violenti, come il rapimento).
L’organizzazione fu colta in flagrante mentre indirizzava una famiglia, che voleva "recuperare" il proprio figlio, ai deprogrammatori. In seguito a questo episodio fu condannata a pagare una multa così pesante da dover dichiarare fallimento; i suoi archivi e il suo stesso nome e marchio furono venduti all’asta, nel 1996, a una coalizione di attivisti dominata, con altri, da membri della Chiesa di Scientology che oggi gestiscono – dopo essere divenuti i legittimi proprietari del marchio – un «Nuovo CAN». Una ricostruzione del caso si può leggere sul sito del CESNUR.

http://www.cesnur.org/2001/CAN.htm
Ripensando al passato Michael Langone ha riconosciuto i progressi che negli Stati Uniti il mondo antisette ha fatto, tanto che i suoi errori ormai solo un ricordo. I metodi intimidatori utilizzati dal CAN per criminalizzare tutti i gruppi, senza differenziazioni, l’uso strumentale che il CAN faceva della stampa scandalistica usata come arma di aggressione sono oggi motivo di imbarazzo per chi ne è stato testimone e che è ben felice di essersi lasciato tutto questo alle spalle.Nel nostro colloquio abbiamo insieme condiviso l’idea che la strada giusta, intrapresa dopo molti errori, è quella del dialogo, anche con coloro che la pensano diversamente, come i sociologi della religione che hanno fatto della difesa della libertà religiosa la loro bandiera anche a costo, in certi casi, di eccedere nella difesa dei gruppi minimizzando gli abusi che in alcuni movimenti sono stati veramente commessi.
La strada giusta oggi è quella di portare avanti studi seri e ricerche scientifiche che si servano di tutte le fonti, non solo di quelle contrarie ma anche di quelle favorevoli poiché quello che conta non è più vincere o perdere la battaglia a favore o contro le sette. Quello che conta è difendere la dignità e la libertà delle persone di esprimersi e di credere a ciò che vogliono, anche se la loro fede è comune a pochi o “strana” per la maggioranza…”.

Pietro Bono

domenica 12 dicembre 2010

“Organizzazioni settarie e antisettarie: strutture e dinamiche similari in contesti antagonisti” di Raffaella Di Marzio

Ho cercato di trascrivere al meglio la registrazione audio integrale dell’intervento di Raffaella Di Marzio nel corso del 12° Congresso Internazionale SIPR (Società Italiana di Psicologia della Religione): “L'Io, L'Altro, Dio: Religiosità e Narcisismo” organizzato a Verona il 20-21 novembre 2010.
http://www.psicologiadellareligione.it/sipr/modules/mydownloads/singlefile.php?lid=227

Se ho ben compreso, gli atti integrali del Convegno saranno disponibili nei prossimi mesi presso la SIPR.
http://www.psicologiadellareligione.it/sipr/

Per l’originalità, l’importanza e l’attinenza di questo ennesimo contributo scientifico di Raffaella Di Marzio, e per l’emergenza che riguarda la discussione in corso in Italia sui gruppi anti-sette e sulle conseguenze del loro operato anche nella vicenda arkeon, ho scelto di riportare il testo in corsivo.
E’ inteso, naturalmente, che sia l’audio che il testo della sbobinatura, sono di proprietà riservata della Dott.ssa Di Marzio e della SPRS, che ringrazio sentitamente.

Pietro Bono

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“Organizzazioni settarie e antisettarie: strutture e dinamiche similari in contesti antagonisti”
http://raffaelladimarzio.blogspot.com/2010/11/narcisismo-settarismo-e-antisettarismo.html
Settarismo e antisettarismo - prima parte
Raffaella Di Marzio

Iniziamo subito perché abbiamo cinque relazioni.
Intanto il titolo di questa sessione è: “Carisma e dipendenza in alcuni contesti relazionali”.
Abbiamo diverse relazioni che presentano dinamismi sociali ed individuali all’interno di diversi contesti dove il carisma e la dipendenza si manifestano con delle strutture molto simili, diversificate soltanto perché le persone sono diverse e i gruppi sono diversi.
Per cui il tema è “carisma e dipendenza”. Le applicazioni sono in diversi contesti.
La prima applicazione riguarda, come potete vedere dal titolo della mia relazione: “Organizzazioni settarie e anti-settarie. Strutture e dinamiche similari in contesti antagonisti”.

Essendo io la moderatrice, mi devo auto-presentare.
Mi chiamo Raffaella Di Marzio. Faccio parte del direttivo della SIPR da ormai da diversi anni. Sono laureata in psicologia, sono psicologa e sono anche insegnante di religione da oramai oltre venticinque anni, e all’interno della mia attività di insegnante mi sono trovata ad occuparmi di dinamismi settari all’interno e all’esterno del mondo cattolico, per cui ho approfondito questo settore di studi.
Oggi, diciamo oggi, negli ultimi tempi, mi sto interessando anche allo studio delle organizzazioni che sono finalizzate a “combattere le sette”, ed è oggi di questo che vorrei parlare.

Allora, come potete vedere, siccome questa relazione potrebbe essere molto lunga, ho sintetizzato moltissimo la prima parte cominciando quindi dall’introduzione di cui ho bisogno per chiarire il mio punto di vista.
Allora, le caratteristiche presenti negli atteggiamenti sociali di resistenza a gruppi religioso-spirituali minoritari, chiamati di solito “sette”, da parte di gruppi antagonisti attivi all’interno del sistema sociale maggioritario e dominante, sono stati già studiati dalle scienze sociali.
L’antagonismo a cui ci si riferisce in questo caso, è in larga misura la conseguenza di differenti credenze e norme di comportamento tra gruppi religiosi minoritari e cultura dominante.
Questa differenza, con una certa probabilità, può causare dei conflitti tra gruppi sociali, anche se non sempre questo avviene.
Il conflitto si verifica quando…dipende da quali fattori sono presenti e da come questi fattori si manifestano. Intanto dipende molto dal tipo di devianza del gruppo minoritario a cui ci si riferisce. Dipende dalla modalità con cui il conflitto tra la setta - gruppo minoritario viene gestito da altri gruppi sociali, e dipende anche moltissimo, e di questo ne abbiamo esperienza, dal ruolo che svolgono i mass media.
Anche lo studio quindi empirico della resistenza ai culti, è stato già oggetto delle scienze sociali e generalmente gli studi hanno concluso che, quando si studia l’ostilità nei confronti delle sette, si studia in realtà anche l’ostilità generale verso qualsiasi gruppo sia percepito come deviante; quindi gli studi sulle libertà civili, gli studi sulla guerra a determinati gruppi minoritari, presentano gli stessi risultati degli studi specificamente rivolti alla resistenza ai culti.
Generalmente gli studi empirici concordano con questa idea: quanto più le persone sono colte, hanno un certo livello culturale, tanto meno sono portate a combattere i gruppi devianti. Quindi di solito la cultura è correlata con un rispetto della devianza, della diversità.
E questo è il secondo elemento che non posso approfondire comunque.

Il terzo: attivismo anti-sette e conseguenze sociali.
Le conseguenze dell’azione dei movimenti anti-sette all’interno del sistema sociale, sono già conosciute in ambito scientifico. Oltre ad essere stati oggetto di ricerche negli Stati Uniti, negli anni 70-80, alcuni di questi gruppi si sono anche fatti conoscere - dico dei gruppi anti-sette - per la loro azione violenta contro gruppi minoritari e anche per alcune pratiche, molto discutibili, che si verificavano al loro interno, per esempio la cosiddetta “de-programmazione” che consisteva, diciamo così, nel cercare di riportare un adepto alla sua situazione precedente attraverso un’azione violenta e di convincimento non rispettoso, però, della sua libertà e delle sue scelte, comunque, libere , a meno che ci sia prova contraria.
Non posso approfondire neanche questo quindi dobbiamo andare avanti.

Allora, i gruppi anti-sette quindi sono i gruppi finalizzati che si costituiscono e esistono con, diciamo così, l’obiettivo primario di combattere ed eliminare, se possibile, tutti i gruppi religiosi, psedo-religiosi, percepiti come sette.
Da chi sono costituiti?
Allora, le caratteristiche principali le vedete qui.
Generalmente sono costituiti da parenti e/o amici, di persone che sono affiliate, preoccupate perché i loro cari, a loro dire, sono finiti dentro un gruppo “pericoloso”. Quindi sono costituiti da questo tipo di persone.
All’interno di questi gruppi, si registra una forte coesione e anche una grandissima difficoltà di accettare posizioni diverse dalle proprie e di valutare quindi l’eventuale gruppo pericoloso che si vuole combattere, tenendo conto di fonti diverse da quelle che vengono utilizzate.
Un altro elemento fondamentale di questi gruppi è la dedizione totale verso quella che viene percepita come una vera e propria missione. Una missione che è proprio quella di combattere e distruggere queste “sette” e non solo: liberare quelli che sarebbe prigionieri, spesso pilotando l’informazione o addirittura sollecitando la repressione, attraverso la sollecitazione appunto delle forze di polizia o delle istituzioni, chiedendo spesso, anche, la reintroduzione di leggi contro la “manipolazione mentale”, che sono già state considerate anti costituzionali e abolite nel 1981, almeno in Italia.
Quelle erano, diciamo così, le caratteristiche.

Queste invece sono, sinteticamente, le dinamiche principali all’interno di questi gruppi, che come voi vedete, per coloro che sono un po’, diciamo, addentro a queste questioni, ricalcano perfettamente le dinamiche che si verificano all’interno delle sette. Perché? Perché il “love bombing”, che noi sappiamo essere una tecnica utilizzata proprio per, tra virgolette, "accalappiare le persone", viene utilizzato all’interno anche di questi gruppi. Quando un ex adepto, o un parente preoccupato, si rivolge a questi gruppi, viene accolto sempre in un determinato modo. Quindi diciamo così, accolto e la sua versione accettata al cento per cento, è convinto che si trova nel posto giusto dove potrà ricevere aiuto.
Alcune volte, le persone che si presentano all’interno di questi gruppi che quindi sono in un momento di crisi, non sanno bene esattamente quale è il loro problema, vengono diretti a pensare che tutto ciò che è successo all’interno della setta, deve essere interpretato in un determinato modo: cioè la persona è stata manipolata mentalmente e quindi tutto ciò che di bene si è vissuto all’interno del gruppo, in realtà non aveva niente di buono perché in realtà si è trattato di una "manipolazione".
Le persone che accolgono in pieno questa forma di indottrinamento vengono "ri-socializzate", quindi si trasformano da adepti scontenti, o da adepti in difficoltà, in nemici del gruppo che hanno lasciato, proiettando - abbiamo sentito parlare questa mattina di narcisismo distruttivo e delle varie forme quindi che ci sono di proiezioni all’interno di questi gruppi… - proiettando quindi tutto ciò che rifiuta di se stesso e di ciò che ha fatto dentro il gruppo, all’esterno contro il gruppo stesso…



“Organizzazioni settarie e antisettarie: strutture e dinamiche similari in contesti antagonisti”
http://raffaelladimarzio.blogspot.com/2010/11/narcisismo-settarismo-e-antisettarismo.html
Settarismo e antisettarismo - seconda parte
Raffaella Di Marzio

…In questo contesto, come abbiamo sentito questa mattina per tutto ciò che riguarda il “narcisismo distruttivo”, la prima cosa che si verifica è una “disumanizzazione” dell’avversario. Per cui, se il gruppo di cui si è fatto parte, il leader, era amato, ed era esaltato, adesso questo amore, questa esaltazione, non solo diventa e può diventare aggressività, quindi diventa un’azione contraria, ma si arriva al punto da disumanizzare l’avversario, non considerarlo più neanche persona.

Ovviamente queste dinamiche che io vi sto indicando, sono dinamiche all’estremo di un continuum nel quale si va ovviamente dal bianco al nero e ci sono i grigi in mezzo. Quindi quello che io vi ho descritto è l’estremo, è la realizzazione peggiore che si può immaginare di un processo che ha dei livelli anche, diciamo così, più accettabili.
Ecco quindi è importante che teniate presente che stiamo parlando di un continuum e che io sto descrivendo delle situazioni estreme, che tuttavia esistono. E in particolare nel nostro paese non abbiamo un solo caso, abbiamo diversi casi di gruppi che si impegnano a questi livelli.

Ora, un elemento importante delle dinamiche di cui ho parlato è proprio la funzione del "leader" all’interno di questi gruppi. Quindi l’esito delle dinamiche di cui vi ho accennato prima, dipende anche dal modo in cui la leadership viene esercitata all’interno dei gruppi anti-sette dai vari ricercatori, facilitatori, consulenti, psicologi, criminologi che fungono da guida di questi gruppi e i cui atteggiamenti, analogamente a quanto avviene per i leader delle sette, fanno talora supporre la presenza di una personalità di tipo “narcisistico”.
Lo studio dei gruppi sociali ha messo in evidenza l’importanza del modo di esercitare la leadership all’interno del gruppo e quali sono i tre elementi che caratterizzano questa modalità. Tre elementi che sono in relazione tra loro.

Il primo elemento sono le caratteristiche di personalità del leader.
Il secondo elemento sono le caratteristiche di personalità dei membri.
Il terzo, il tipo di situazione nella quale, queste variabili, si manifestano.

Quindi tutti questi processi, questi dinamismi si verificano nella inter-relazione di questi fattori.

Per quanto riguarda le caratteristiche, alcune delle caratteristiche, che penso gli addetti ai lavori conoscano già, della personalità di tipo narcisistico, io ho riscontrato in particolare questi, in alcuni di questi leader di gruppi anti-sette:
- un quadro pervasivo di grandiosità che può essere percepito nella fantasia oppure messo in atto nel comportamento;
- un fortissimo bisogno di essere ammirati;
- la mancanza di empatia nei riguardi di coloro che si rivolgono a questi gruppi e che vengono quindi utilizzati - come fa tipicamente il “narcisista” - come oggetti che servono a soddisfare i propri bisogni.
Un altro elemento molto caratteristico è proprio l’atteggiamento arrogante e presuntuoso di chi non accetta di poter mettere in discussione ciò in cui crede, ciò di cui è convinto perché questo andrebbe ad intaccare l’immagine che ha di sé.

Ora, quali sono i vantaggi per un leader che ha queste caratteristiche, come leader di questi gruppi quindi?
Intanto, nella maggior parte dei casi si tratta di persone che non hanno delle grandissime capacità a livello culturale o personale o capacità empatiche o di comprendere l’altro. Quindi diciamo che nella società, nell’ambiente in cui vivono non hanno un grandissimo successo. Allora qui c’è la possibilità per loro di assumere un ruolo accettato e definito dal sistema sociale.
Questo ruolo è legato ad uno “status” elevato perché queste persone che accolgono le presunte vittime delle sette, alcune volte vere, altre volte presunte, effettivamente si sentono e vengono percepiti dagli altri come i “difensori”, coloro che sostengono le vittime, coloro che coraggiosamente combattono contro queste sette e quindi lo status che ne acquisiscono è notevole.

Questo consente a queste persone di soddisfare il bisogno narcisistico di visibilità e di riconoscimento grazie ai continui rinforzi che ottengono sia dai "gregari", cioè dalle persone che fanno parte del gruppo, sia dal sistema sociale, magari unendosi anche con altri gruppi, e anche, lo ripeto nuovamente, dai mass media che contribuiscono ad amplificare questi dinamismi.

Quali sono invece i vantaggi per i gregari?
Ecco ne ho elencato soltanto alcuni.
Chiaramente una persona che ha vissuto una esperienza traumatica e dolorosa all’interno di un gruppo dal quale è uscito altrettanto drammaticamente, ha bisogno di essere aiutato quindi c’è la soddisfazione di questo bisogno, di questo sostegno, hanno bisogno di sostegno e quindi, dopo la disaffiliazione traumatica, si sentono meglio, si sentono finalmente accolti. Trovano sollievo dalla condizione fortemente ansiogena tipica di tutti gli ex membri anche se non tutti gli ex membri vivono la medesima condizione ansiogena, e molte persone escono da questi gruppi religiosi minoritari senza portarsi dietro nessun rimpianto. A noi adesso queste persone interessano un pochino meno perché ciò che invece è oggetto di queste riflessioni è proprio il gruppo di coloro che escono dal gruppo e diventano ex-membri ostili. I quali beneficiano dell’atteggiamento consolatorio del leader, in questo caso.
Inoltre queste persone, all’interno del gruppo anti-sette, apprendono delle strategie di comportamento che sono finalizzate alla risoluzione dei problemi e dei conflitti generati dalla disaffiliazione: loro sono usciti da questo gruppo, hanno tantissimi problemi e in questo ambiente riescono a uscirne fuori, in qualche modo.
Si sentono, inoltre, confermati nella percezione che hanno di se stessi come “vittime” di qualcuno che li ha danneggiati (in questo caso della setta) e per queste persone, il fatto di essere “vittime”, diventa il loro ruolo.
Questo ruolo, a sua volta, accresce il loro “status”.
Se poi sono persone particolarmente portate per manifestare le loro emozioni, riescono anche a mostrarle attraverso i media. La qual cosa rinforza ulteriormente questo loro bisogno di essere vittime e di sentirsi tali. In questo modo riescono anche a scaricare quella carica di aggressività verso coloro che prima erano i loro amici, che sono quindi rimasti nella setta. Scaricarla con una modalità che è accettata dalla società.

Una cosa è scaricare la propria aggressività andando a prendere a pugni una persona che mi ha fatto del male. Questo non è accettato dalla società: ma in questo caso la mia azione aggressiva è accettata e riconosciuta - io posso dire quello che voglio, posso denunciare questi abusi - e vengo rinforzata dal sistema sociale "perché è giusto che io dica la verità" e quindi in questo io mi sento sempre più forte del mio “essere vittima”.

Così si riesce ad evitare anche di affrontare i problemi: i problemi relazionali che hanno portato la persona, prima ad entrare nella setta perchè doveva soddisfare un "bisogno di dipendenza" che magari l’ha reso succube di un leader senza scrupoli.
Adesso quel problema si ripropone nello stesso modo all’interno del gruppo anti-sette dove a sua volta diventa "strumento di un altro leader" per una motivazione opposta.
Di fatto però, come dico alla fine, la persona in questo modo non affronta mai quei conflitti interiori che hanno causato lo stato di soggezione prima e poi anche dopo, con le stesse modalità.

Nell’ultima parte mi sono riferita a questo testo di Fromm “Psicanalisi dell’amore” nel quale Fromm parte dal concetto di “narcisismo” di Freud, poi allarga molto il discorso anche a livello della società, e parla di “narcisismo sociale” che lui ha utilizzato per comprendere il nazionalismo, l’odio, le motivazioni psicologiche alla distruttività e alla guerra di cui abbiamo sentito parlare in una relazione plenaria, e lo ha applicato. In una piccola nota fa anche un cenno alle sette religiose dicendo che certe forte di narcisismo vanno a colpire questi piccoli gruppi marginali.

Cosa dice Fromm? Che il “narcisismo sociale”, da una parte, come si diceva questa mattina, è funzionale alla sopravvivenza della comunità, quindi è un aspetto positivo. Dall’altro è disfunzionale in quanto innesca un meccanismo che autoalimenta i comportamenti narcisistici individuali. Quindi la doppia modalità del narcisismo, di cui si parlava anche in una delle relazioni della plenaria.

Ora, il “narcisismo sociale” nei gruppi anti-sette.
Volendo tentare di applicare questo concetto ai gruppi di cui ci stiamo occupando - ora, la parola è un po’ forte, però ecco... la usiamo sempre con le dovute cautele - “la patologia”: patologia del narcisismo di gruppo.

Qual è una delle caratteristiche del narcisismo di gruppo patologico?
Il sintomo più evidente è la mancanza di obiettività e di giudizio razionale, che è una delle caratteristiche tipiche dei gruppi anti-sette, i quali, quando manifestano, propugnano delle idee, difficilmente si occupano di verificarne la realtà. L’importante è propugnarle e portarle avanti. Non è importante verificarne l’obiettività.
Quindi questa è una caratteristica che a mio avviso si può applicare.
Inoltre, per colpire il gruppo che viene percepito come antagonista, si mettono insieme - dice Fromm - "pagliuzze di verità", ma l’insieme che ne risulta consiste in falsità ed espedienti. Perché ciò che conta è “colpire non comprendere”.
Questa mancanza di obiettività porta a conseguenze disastrose e ne abbiamo alcuni esempi a livello sociale, che qui non posso approfondire.
La rivalsa del narcisista ferito si basa sul bisogno di curare la ferita narcisistica mediante “l’annientamento dell’offensore”.
E questo è un elemento che abbiamo visto mettere in atto da questi gruppi e non una sola volta.

L’azione diretta e aggressiva verso il gruppo che viene percepito come antagonista - in questo caso "la setta" - può assumere diverse forme ed esprimersi in un continuum, come ho detto prima, che va da un minimo ad un massimo di intensità. Comunque sia questo può generare un vero e proprio scontro tra diverse parti, che in alcuni casi arriva all’organizzazione di "gruppi di pressione" che si attivano per mettere in atto minacce, intimidazioni e alimentare comunque un clima di tensione sociale che quindi mira ad esacerbare la tensione sociale e non ad appianare i conflitti.

Concludendo. Come porsi, come è possibile porsi di fronte all’azione di questo tipo di gruppi?
Di fronte ad un fenomeno complesso come questo, io ritengo che lo psicologo debba innanzitutto assumere il suo ruolo di osservatore e di ricercatore, per verificare quali sono le cause reali del conflitto.
Queste cause vanno ricercate nei dinamismi individuali e sociali e non in etichette che non corrispondono alla realtà.
Qual è l’arma dello psicologo, dello studioso comunque?
L’unica arma possibile è il metodo scientifico.

E qui cito, per concludere, Fromm che dice:
“Il metodo scientifico esige obiettività e realismo. Esige di vedere il mondo com’è e non distorto dai propri desideri e timori. Esige umiltà verso i fatti della realtà e la rinuncia a tutte le speranze di onnipotenza e di onniscienza.
L’esigenza di pensiero critico, di sperimentazione e di prove, l’atteggiamento di dubbio sono le caratteristiche del travaglio scientifico e sono esattamente i modi mentali che tendono a neutralizzare l’orientamento narcisistico”.


E con questo concludo.

Verona 20-21 Novembre 2010
Raffaella Di Marzio



Interamente tratto da:
http://raffaelladimarzio.blogspot.com/2010/11/narcisismo-settarismo-e-antisettarismo.html

Nota importante:
I diritti, dell’audio e del testo sopra riportato, sono di esclusivo uso di Raffaella Di Marzio e della SIPR (Società Italiana di Psicologia della Religione).

mercoledì 8 dicembre 2010

Arkeon e la festa dell'Immacolata Concezione

Oggi è la festa dell’Immacolata, tanto cara anche alle famiglie di arkeon.
Per questo intendo dedicare a tutti questo bel commento di don Marco Pedron, al Vangelo di oggi.
Un caro e commosso abbraccio a tutti.

Pietro


Tratto da :
"Dire si, vivere e solo poi scoprirne il senso"
Commento al Vangelo, di don Marco Pedron
http://www.qumran2.net/parolenuove/commenti.pax?mostra_id=21053

"…Come ci sentiremo noi se Dio ci chiedesse di vivere qualcosa che tutti rifiutano? Che tutti ostacolano? Che tutti dicono "sbagliato, male, perverso, pazzo"? Avete mai visto la vita dei santi? Cosa dicevano di Francesco? Cosa dicevano di Bernardette, la veggente di Lourdes? E di Giovanni della Croce o di Teresa d'Avila (furono imprigionati e perfino torturati!)?

Dio chiede agli uomini cose così grandi, enormi, incredibili, che gli altri chiamano "follie, pazzie" mentre Dio le chiama "volontà Mia". Per fidarsi di Dio bisogna essere pazzi, folli, fuori di testa. Dio sa che siamo grandi: è che noi non lo sappiamo, è che noi non ci crediamo, è che noi non ci fidiamo di Lui.

Cos'avrà pensato Maria? "Sono pazza io, sono un'eretica, una folle o è tutto vero?". Sono drammi enormi. Credere a tutti gli altri o credere a ciò che si vive nel profondo? Capite perché i mistici, i santi avevano delle crisi tremende, profonde, enormi? Maria dovette andare contro tutti: chissà cos'avranno detto i suoi genitori? E la vergogna del paese: incinta prima del matrimonio? Che disonore! E chissà se è Giuseppe il marito? E Giuseppe? Come si fa a spiegare al proprio uomo una cosa del genere? E sapere che se viene fuori qualcosa di ciò che sta accadendo (quel bambino il figlio di Dio) si sarà lapidati… E poi i dubbi di Maria, quelli che non ha mai confessato a nessuno: "Ci sono così tanti matti in giro, non potrei esserlo anch'io?; e chi mi garantisce che ho ragione?; e se sbaglio tutto?; non è meglio, obbedire, fare come tutti e così si è a posto? "…"