LA VERITA’ SU ARKEON - Sentenza (definitiva) “arkeon” di primo grado a Bari: nessuna “psicosetta”

Nelle Motivazioni della Sentenza, alle pagine 896 e 897 si legge:
“l’esito di questo giudizio ha sconfessato la sussistenza della principale e più grave delle accuse, costituita dall’essere Arkeon una “psico-setta”, ha portato ad escludere la sussistenza di uno stato di incapacità di intendere e volere per i partecipanti a qualsiasi tipo di seminario e di tecniche manipolatorie della mente, nonché di violenze di ogni genere poste in essere nei confronti di minori. In questo giudizio non vi è stata contestazione di reati fiscali ed è emerso che i costi dei seminari erano fissi e noti ai partecipanti. Il processo ha portato ad escludere la sussistenza dell’aggravante dell’aver indotto nei partecipanti il timore di un pericolo immaginario, come cagione giustificativa degli esborsi economici, nonché di quella del danno di rilevante entità e da questo è conseguita la ritenuta improcedibilità dei reati di truffa, con riferimento ai quali non era stata sporta alcuna querela da parte delle vittime…”

Registrazione audio integrale della Relazione di Raffaella Di Marzio: ORGANIZZAZIONI SETTARIE E ANTISETTARIE: STRUTTURE E DINAMICHE SIMILARI IN CONTESTI ANTAGONISTI - 12° Congresso Internazionale della Società Italiana di Psicologia della Religione (SIPR): "L'IO, L'ALTRO, DIO: Religiosità e Narcisismo" - Testo registrazione

Le Confessioni del "mostro nello specchio". Arkeon, Le Associazioni Anti-sette e l'Ordine degli Psicologi: Un'esperienza personale

The Confessions of "the monster in the mirror". Arkeon, the Anti-cult Associations and the Order of Psychologists: a personal experience

Movimenti Antisette e Neutralità dello Stato - Un caso di studio: la FECRIS

Nella sua conclusione Willy Fautrè mette in evidenza come associazioni membri della FECRIS, nelle nazioni prese in considerazione dalla ricerca, mettano in atto azioni discutibili

Sette, antisette, "setta degli antisette", aiuto e altre riflessioni - Simonetta Po

Persecuzione e campagne anti-sette: intervista a Raffaella Di Marzio - di Camillo Maffia


mercoledì 10 luglio 2013

"L’impatto dei media sui membri e sulle famiglie dell’associazione Arkeon" - Conferenza ICSA 2013 Trieste


ICSA 2013 Conferenza annuale
Manipolazione, Abuso e Maltrattamento nei Gruppi
Trieste, Italia  -  July 4-6, 2013

Diritti umani, la legge ed i nuovi movimenti religiosi: trovare un equilibrio -
Quanto il contesto sociale (giornali e pregiudizi popolari) può violare i diritti umani individuali?

“L’impatto dei media sui membri e sulle famiglie dell’associazione Arkeon”

Gentili Signore e Signori,

Le osservazioni che desidero oggi presentare si riferiscono alla vicenda mediatico-giudiziaria subita in Italia dal movimento “Arkeon”.  Mia intenzione è di ripercorrere alcune delle vicende che hanno coinvolto le persone e le famiglie che avevano partecipato, in varia misura, ai seminari di formazione di questo percorso, dopo che è iniziata, nel Gennaio 2006, la diffusione di accuse secondo le quali Arkeon sarebbe stata una “pericolosa psicosetta” a carattere distruttivo.
Nel fare questo, intendo mettere in rilievo soprattutto il ruolo dei media e dei canali informativi che, insieme all’azione di alcune associazioni antisette, a quello della magistratura e delle istituzioni ha segnato dolorosamente questa vicenda, che ritengo particolarmente emblematica.
Comincerò portando alcuni esempi concreti.
Una  giornalista e scrittrice italiana, Caterina Boschetti, in un suo intervento a Londra nell’Aprile 2010, così parlava della vicenda “arkeon”: 

“…L’Italia ha da poco affrontato, a livello mediatico, anche due grandi episodi che hanno portato l’opinione pubblica a occuparsi di sette.  Mi riferisco all’arresto a Bari del leader del gruppo Arkeon, Vito Carlo Moccia, che nel nostro paese aveva migliaia di adepti, si ipotizza ben 10 mila persone: nel 2006 per la prima volta la televisione italiana ne diede notizia, a seguito delle testimonianze di fuoriusciti, ma solo recentemente si è provveduto all’arresto. I reati commessi sono tristemente noti: associazione a delinquere, truffa, esercizio abusivo della professione medica, violenza privata, maltrattamenti e abusi su minori. Il tutto per soldi, tanti soldi, potere e manipolazione della mente per perseguire scopi criminali…”.
“L'evoluzione della situazione in Italia:  dalla pubblicazione de Il libro nero delle sette in Italia al progetto Nepenthes, un film per sensibilizzare la popolazione mondiale al settarismo” - Caterina Boschetti, giornalista  e scrittrice

Ora, non solo il fondatore di arkeon non è mai stato arrestato, ma soprattutto, nell’aprile 2010, il processo contro “arkeon” non era ancora iniziato e comunque si sarebbe concluso solo nel Luglio 2012 con la sentenza assolutoria del Tribunale di Bari:

“…l’esito di questo giudizio ha sconfessato la sussistenza della principale e più grave delle accuse, costituita dall’essere Arkeon una “psicosetta”, ha portato ad escludere la sussistenza di uno stato di incapacità di intendere e volere per i partecipanti a qualsiasi tipo di seminario e di tecniche manipolatorie della mente, nonché di violenze di ogni genere poste in essere nei confronti di minori. In questo giudizio non vi è stata contestazione di reati fiscali ed è emerso che i costi dei seminari erano fissi e noti ai partecipanti. Il processo ha portato ad escludere la sussistenza dell’aggravante dell’aver indotto nei partecipanti il timore di un pericolo immaginario, come cagione giustificativa degli esborsi economici, nonché di quella del danno di rilevante entità e da questo è conseguita la ritenuta improcedibilità dei reati di truffa, con riferimento ai quali non era stata sporta alcuna querela da parte delle vittime…”.
“Motivazioni della Sentenza, pag. 896 e 897”
Che cosa autorizza una persona - credo sensibile - una giornalista, a buttare nel tritacarne mediatico e anche in quello degli addetti ai lavori informazioni false e infondate su di un gruppo che possono danneggiare le vite di tante famiglie inermi?
Chi e che cosa autorizza una persona a strumentalizzare con dati fasulli una vicenda delicatissima, che riguarda il vissuto quotidiano di migliaia di famiglie, per fare pressioni per la reintroduzione, in Italia, di una legge sul plagio?

La vicenda mediatico-giudiziaria relativa ad arkeon ha inizio nel Gennaio 2006 quando tre persone, che avevano partecipato a vario titolo alle attività di arkeon, in tre puntate di una trasmissione televisiva su rete nazionale denunciano l’operato dell’associazione arkeon, attribuendo al fondatore e ad altri insegnanti crimini di ogni genere, tra i quali truffe, abusi sessuali, violenze su minori, istigazioni al suicidio e così via.
A questa trasmissione partecipa anche la presidente di una associazione antisette che dichiara di aver studiato la “setta arkeon” e le sue criticità per dieci anni e di aver raccolto molte drammatiche testimonianze.

Dopo queste trasmissioni è cominciata una escalation di trasmissioni televisive, articoli giornalistici e discussioni su internet che, a distanza di oltre sette anni, e nonostante una sentenza di sostanziale assoluzione per arkeon, perdura tuttora.

LISTA ARTICOLI prima inizio processo arkeon

LISTA ARTICOLI dopo inizio processo

Già subito dopo le prime trasmissioni televisive riguardanti arkeon, cominciarono ad arrivare, sia agli organizzatori dei seminari, sia alle strutture che nel weekend li ospitavano in varie città italiane, lettere anonime di protesta e di minaccia. Lettere che parlavano della “pericolosa e distruttiva setta arkeon” e del “demonio Vito Moccia”, il fondatore del movimento.
Nei mesi successivi cominciarono a verificarsi diversi “incidenti”, come ad esempio ruote squarciate alle auto delle persone che stavano frequentando un corso. Oppure minacce, sempre più pesanti (comprese disegni di teschi e scheletri) recapitate direttamente nelle abitazioni di insegnanti o frequentatori dei corsi di arkeon.
Per non parlare di ciò che cominciava ad accadere in rete. Forum dedicati, dove tra falsità coperte dall’anonimato, allusioni ed insulti veri e propri si arrivò presto, in un delirante crescendo a paventare, per le famiglie di arkeon, addirittura la “scomunica dalla Chiesa cattolica” o ancora l’eventualità di intervento dei servizi sociali per “allontanare, allo scopo di tutelarli, i figli minorenni delle famiglie di arkeon”.
Tutto questo e molto altro contribuì a generare un enorme confusione nelle persone e nelle famiglie.
Ma certamente la cosa che più generò un crescente disagio fu l’appellativo di “setta”.

Come ha bene rilevato la studiosa Raffaella Di Marzio in una sua intervista del 2013:

“Arkeon era nata come un’associazione di Reiki, che intorno al 2004 si era trasformata perché il fondatore aveva ritrovato le radici cattoliche della sua infanzia. Si era riconvertito al cattolicesimo. L’organizzazione stava cambiando le sue caratteristiche socioculturali  e antropologiche, e stava diventando qualcos’altro. Infatti il nome era diventato quello che era quando sono stati indagati, “Arkeon”, prima si chiamava in un altro modo. In questi momenti di cambiamento, quando avvengono questi fenomeni, in queste organizzazioni nasce sempre un dissenso molto forte, e buona parte dei frequentatori di quei seminari di Reiki non lo accettò.  Cominciarono una serie di problemi, anche perché il fondatore si riavvicinò alla Chiesa cattolica e trovò anche alcuni sacerdoti che lo accolsero. Dal punto di vista di questi sacerdoti cattolici si trattava di persone che passavano da un mondo lontano dalla Chiesa (quello del Reiki, dell’Oriente, di certe credenze che sono incompatibili con la Chiesa cattolica) a un lento rientro nell’alveo della cattolicità.
All’interno di questo profondo cambiamento, Arkeon si stava trasformando in un cammino antropologico per riacquisire le antiche radici della famiglia: i valori della figliolanza, della paternità, della maternità. Non è mai stata una religione, ma un cammino antropologico con connotazioni cattoliche…”
Persecuzione e campagne anti-sette: intervista a Raffaella Di Marzio

Così, nella vulnerabilità di questa laboriosa trasformazione, dover subire impotenti l’appellativo infamante di “setta” ha creato un enorme sconcerto e smarrimento nelle persone che frequentavano o avevano frequentato i corsi nei weekend o quelli residenziali di quattro giorni. Ma ancor più generava diffidenza e terrore nei famigliari, genitori, coniugi o figli che fossero, che invece non avevano mai conosciuto direttamente arkeon.
Il termine “setta” non è certo rassicurante per nessuno, e nel senso comune indica quantomeno una realtà equivoca e criminale se non proprio una realtà connotata dalla perversione.

In questa ottica, ad esempio, non potrà certo stupire più di tanto il comportamento di una famiglia romana, la quale avendo assistito ad una trasmissione molto seguita su un canale nazionale che trattava con un forte impatto l’argomento arkeon, preoccupata per la sorte del figlio poco più che ventenne che aveva partecipato, invitato dalla fidanzata, a due seminari di arkeon, dopo aver contattato una associazione antisette, nell’estate del 2007 non ha trovato di meglio che minacciare il proprio figlio intimandogli di lasciare fidanzata e arkeon per il suo bene. Il tutto con una pistola in pugno spianata contro il proprio figlio.
Credo sia importante chiarire che questo giovane serio e di buona volontà che ho avuto il piacere di conoscere, non solo non si stava in alcun modo allontanando dalla famiglia, ma al contrario, forse anche grazie al percorso di arkeon, desiderava  solo ricevere la benedizione di suo padre allo scopo di formarsi una sua famiglia con la sua fidanzata. Come poi in realtà ha fatto, dovendo però mettere prima una distanza di cinquecento chilometri dai suoi genitori, anche per evitare altri spiacevoli equivoci o tragedie.

Ma in realtà, il culmine della vicenda arrivò solo nell’Ottobre 2007, quando il fondatore e altri cinque insegnanti di arkeon ricevettero gli avvisi di garanzia dalla Polizia di Bari.
Il giorno successivo tutti i giornali e Tv italiane parlavano della “setta arkeon sgomitata”:  truffe, abusi sessuali, violenze sui minori, calunnie, adepti , psico-setta, erano le comuni parole che titolavano gli scoop giornalistici relativi. Andò anche in onda in prima serata un servizio televisivo dedicato al caso:  

Da quel momento i seminari di arkeon, che fino ad allora, pur tra molte difficoltà e ridimensionamenti erano continuati, cessarono definitivamente. Il sito web venne oscurato dalla Polizia, così come il forum di discussione dedicato e tutte le relative caselle di posta elettronica.  Le famiglie di arkeon si trovarono all’improvviso isolate, inermi ed esposte ad ogni ingiuria e falsità; mentre in televisione circolavano le immagini della conferenza stampa della Polizia di Bari che “aveva sgominato una pericolosa psico-setta distruttiva: la più grande d’Europa…”.
Furono giorni di pura follia. Nessuno capiva cosa stava accadendo. Ma si comprendeva che tutto poteva accadere.

Dopo la prime trasmissioni televisive del 2006, all’interno di arkeon c’era stato un intenso dibattito sulle accuse ricevute. Un’ondata autocritica si era mossa con vigore e furono allestiti diversi incontri aperti a tutti i frequentatori di arkeon per approfondire e raccogliere testimonianze di scorrettezze o soprusi  eventualmente subiti da allievi durante i seminari di arkeon. Nel corso degli anni, infatti, erano già stati allontanati, dal Comitato Etico interno, alcuni insegnanti di arkeon.  Però per motivi molto più blandi di quelli testimoniati in televisione e sostanzialmente legati a una non corretta osservanza di procedure interne riguardanti la forma dell’insegnamento del metodo arkeon.

Di più. Per evitare ogni rischio di “autoreferenzialità”, il direttivo di arkeon si attivò fin dai primi mesi del 2006 per permettere uno studio obiettivo del gruppo, delle sue modalità ed eventuali criticità da parte di persone competenti che fossero completamente estranee al gruppo.
Così il fondatore, Vito Moccia, contattò il GRIS (Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa), che però declinò gentilmente l’invito.
Alla fine, questo studio neutrale del gruppo venne effettuato tra la fine del 2006 e i primi mesi del 2007 a cura di un autorevole centro studi, il CISF (Centro Internazionale Studi Famiglia).

Nonostante tutto ciò, dopo le accuse della Procura che sostanzialmente ricalcavano quelle televisive, per le famiglie si aprì un baratro.
Immediatamente cominciarono telefonate anonime minacciose, direttamente a persone vicine ad arkeon, ma anche nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli asili frequentati da figli di insegnanti o di frequentatori di arkeon.

I genitori dei compagni di classe dei nostri figli, terrorizzati dai toni apocalittici delle trasmissioni televisive e dai titoli dei giornali (setta, abusi sessuali, violenze su minori, truffe, manipolazione mentale, istigazione a suicidi, calunnie ecc.) cominciarono a  evitare ogni frequentazione arrivando in molti casi a togliere definitivamente anche il saluto. In alcuni istituti scolastici, grazie alle telefonate anonime, ma anche alla preoccupazione degli altri genitori, i dirigenti invitarono caldamente i genitori a far cambiare scuola ai propri figli.
Insomma, si scatenò il delirio e l’isteria.
In qualche caso, i bambini furono dileggiati e insultati pesantemente direttamente dai propri compagni che, molto probabilmente, avevano udito i discorsi tra i propri genitori sull’argomento arkeon.

Stessa cosa accadde sui luoghi di lavoro, dove, per segnalazioni  anonime, e per esposizione mediatica, diverse persone che avevano frequentato i seminari furono interrogate dai propri dirigenti e alcuni furono licenziati.

Questa gogna mediatica non risparmiò neppure i luoghi di culto. Un parroco invitò esplicitamente una famiglia cattolica di arkeon a non presentarsi più alla messa domenicale in quel luogo, e di cambiare parrocchia di riferimento per i sacramenti, perché questo, secondo quel sacerdote “metteva l’intera comunità in grande imbarazzo”.

Io, proprio in quel periodo avevo cambiato casa insieme a mia moglie e i bambini piccoli. Dopo una sofferta riflessione, ancora incredulo per quanto stava accadendo, ed essendomi anche esposto in rete col mio nome su un blog dedicato alla tematica che stavamo vivendo ( http://pietrobono.blogspot.it/ ), decisi di informare preventivamente i referenti del mio nuovo villaggio. Così con enorme pena e imbarazzo mi recai dal dirigente scolastico, dal Sindaco, dal responsabile della Polizia locale e dal Parroco cercando di spiegare loro, nel modo meno confuso possibile, quanto la mia famiglia ed io stavamo attraversando e la eventualità di lettere anonime contro di noi. Feci questo con la morte nel cuore, consapevole che se, per caso, la notizia fosse trapelata, quasi certamente per me e per la mia non ci sarebbe stato alcun futuro in quel luogo. Grazie a Dio trovai invece in tutte quelle persone una grande apertura e comprensione.

Se possibile, la situazione per le famiglie peggiorò ulteriormente quando il 26 marzo 2008 la studiosa Raffaella Di Marzio venne anche lei indagata per gli stessi reati attribuiti ai dirigenti di arkeon e il suo sito venne oscurato dalla Polizia di Bari.
Le confessioni del "mostro nello specchio". Arkeon, le associazioni anti-sette e l'Ordine degli Psicologi: un'esperienza personale.

Avevo contattato la Dott.ssa Di Marzio nel Novembre 2007, all’indomani dell’intervento della Procura di Bari sulla vicenda arkeon.
Avevo letto alcune sue pubblicazioni scientifiche in materia e speravo di trovare in lei una interlocutrice disponibile a spiegare a me ed alle frastornate famiglie di arkeon cosa stava accadendo e anche ad ascoltare quanto le famiglie avevano da dire in merito. La mia speranza non andò delusa. Nel Febbraio 2008 in una prima riunione incontrò diverse decine di famiglie di arkeon e successivamente, di questo incontro, pubblicò un articolo sul suo sito.
“Essere o non essere setta: QUESTO è il problema - Quando l'informazione diventa dogma, i comitati diventano tribunali, gli esperti diventano guru e le persone rimangono, comunque, vittime”.

Le famiglie, dal canto loro, avendo trovato un interlocutore autorevole e insieme rispettoso si aprirono e cominciarono a confidare direttamente alla Dott.ssa Di Marzio i loro timori per tutta la complessa vicenda.
Quando anche Raffaella Di Marzio venne indagata il mese successivo dalla Polizia e il suo sito venne oscurato, crollò un mondo per tante persone.

A peggiorare il quadro contribuì una recrudescenza dei media che infierirono ulteriormente e questo infiammò i detrattori di arkeon che imperversarono sulla rete senza limiti, infiammando l’attesa dell’avvio del processo giudiziario.
Il risultato di tutta questa pressione fu uno sfacelo all’interno di molte famiglie di arkeon, dove le persone ormai terrorizzate da una vera e propria caccia all’uomo, non avevano più alcun riferimento alcuno.
Insieme ad altri associati, per evitare ulteriori persecuzioni, con infinito dolore decisi di avvallare la chiusura dell’associazione arkeon.
Diverse famiglie si sfasciarono, in altre il dolore per le falsità sentite e per l’isolamento subito fu così forte per taluni che pensarono seriamente al suicidio. Qualcuno degli indagati lo tentò effettivamente.

Qualche mese dopo, nell’Ottobre 2008, ormai disperato e insieme cosciente dei rischi che correvo, tentai un dialogo con la FECRIS (Federazione Europea dei Centri di Ricerca e Informazione sul Settarismo), la quale, attraverso l’allora presidente Griess, mi rinviò alle delegazioni italiane. Queste, nonostante le mie ripetute preghiere, non vollero assolutamente aprire nessuno spazio di dialogo.
“Comunicazione per FECRIS 7 ottobre 2008”

Questo stato di impotenza si trascinò fino alla primavera del 2011. Intanto gli articoli scandalistici prendevano di mira chiunque solo osasse affacciarsi sulla scena della vicenda arkeon, magari per porre anche solo qualche domanda. Tutto veniva tritato attraverso i media e i forum di discussione in rete.

Nella primavera 2011, con l’approssimarsi dell’inizio del processo arkeon,  alcuni fatti scossero la scena.
L’8 marzo 2011 il Giudice di Bari archiviò, per “insussistenza della notizia di reato” il procedimento contro la Di Marzio, e poco dopo il suo sito fu nuovamente disponibile.

Intanto, però, poche settimane prima, si era tolto la vita un ex insegnante di arkeon divenuto uno degli accusatori principali.
Alcuni giornali tentarono in qualche modo di attribuire al gruppo arkeon la responsabilità dell’accaduto, ma come in seguito si poté capire dalle testimonianze nel processo, ciò era molto più probabilmente legato a una ricaduta nella dipendenza da sostanze e ad una conseguente e dolorosa separazione coniugale.

Il clima del processo si era inoltre inasprito dopo che il Pubblico Ministero del procedimento principale di Bari aveva deciso di allestire un procedimento parallelo accusando di calunnia 47 affiliati ad arkeon, molti dei quali presenti nella lista dei testimoni per la difesa del fondatore Vito Moccia. Invalidando così di fatto la testimonianza di costoro, risultando coimputati. Questa “danza procedurale” non solo è costata un sacco di soldi a tante famiglie innocenti, ma ha creato una sgradevole sensazione.  
Comunque sia, il procedimento per calunnia contro i 47 fu poi archiviato successivamente, alla fine del processo principale, dal Giudice preposto.  Non va’ però dimenticato come titolarono i giornali all’esordio della vicenda nel Marzo 2010:  “… 47 indagati. Sotto accusa gli adepti dell'Arkeon - La setta psico-satanica prometteva attraverso i suoi corsi di poter risolvere problemi psichici e malattie gravissime”.  Ne va dimenticato che questa vicenda tenne in sospeso per tre anni il destino di 47 persone la cui unica colpa era il desiderio di portare la propria testimonianza in un processo delicatissimo.

La sentenza assolutoria su arkeon, per quanto riguarda la questione della psico-setta e dei reati collegati, fu pronunciata dalla Corte il 16-7-2012.
Non è stata appellata dall’accusa, e quindi può essere ormai considerata come definitiva. Il reato invece di abuso di professione psicologica e la relativa associazione a delinquere, è stato invece appellato dalla difesa e verrà trattato in un secondo processo.

La sentenza ha parlato chiaro: “l’esito di questo giudizio ha sconfessato la sussistenza della principale e più grave delle accuse, costituita dall’essere Arkeon una “psicosetta”, ha portato ad escludere la sussistenza di uno stato di incapacità di intendere e volere per i partecipanti a qualsiasi tipo di seminario e di tecniche manipolatorie della mente, nonché di violenze di ogni genere poste in essere nei confronti di minori. In questo giudizio non vi è stata contestazione di reati fiscali ed è emerso che i costi dei seminari erano fissi e noti ai partecipanti. Il processo ha portato ad escludere la sussistenza dell’aggravante dell’aver indotto nei partecipanti il timore di un pericolo immaginario, come cagione giustificativa degli esborsi economici, nonché di quella del danno di rilevante entità e da questo è conseguita la ritenuta improcedibilità dei reati di truffa…”.
“Motivazioni della sentenza pag. 896 e 897”

Nonostante questo, l’avvocato degli accusatori affidava alla stampa un singolare comunicato che così terminava: “…Nessuna assoluzione, quindi, per Moccia ed i suoi associati (salvo che per la calunnia), ma conferma che tutti i gravi fatti denunciati erano veri e comprovati!”    Avv. Marco Marzari

Altro fatto ancor più inquietante è che il 18-12-2012, cioè cinque mesi dopo la sentenza assolutoria due Senatori della Repubblica Italiana firmavano un documento “Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08890” in cui tra le altre cose davano per scontato che nel processo arkeon fosse stato accertato il reato di maltrattamento di minori.  Cosa falsa e tanto più grave vista il livello istituzionale in cui veniva sostenuta.
Ma anni di pregiudizi e di falsità seminati sui media non si cancellano facilmente.

Personalmente sono grato alla dura esperienza e al lungo travaglio di questi ultimi anni. Mi sono speso e anche logorato mentalmente ed ho ben chiaro che avrei bisogno anche di un supporto farmacologico. Ho lavorato troppi anni negli ospedali psichiatrici per non saperlo. La condizione che il mio Psichiatra mi ha gentilmente posto è di tirarmi fuori da questa vicenda e di metterla definitivamente da parte. Gli ho gentilmente risposto che non posso;  ma soprattutto non voglio.
Sono tartassato di denunce, quasi tutte per diffamazione, da alcuni centri antisette italiani, perché non ho taciuto le ingiustizie e le prepotenze a cui ho assistito.
Accanto a me non c’è qualche leader psicopatico o persone appartenenti a qualche gruppo astruso. Nella mia stessa situazione ci sono diversi studiosi e professionisti, qui presenti e che hanno organizzato questo Convegno a Trieste. E di questo sono onorato. 

Desidero concludere questo mio intervento con una banale ma severa osservazione.

Demonizzare qualcuno o qualcosa non è poi molto difficile.
Utilizzare a tale fine la parola “setta” è la modalità più semplice.
Quello che oggi, con tutto il rispetto, intendo chiarire bene a ciascuno di noi qui presenti è che ogni volta che utilizziamo la parola “setta” o la “sussurriamo” a qualche giornalista perché la scriva legata a un gruppo o a una vicenda, noi ci stiamo prendendo la responsabilità esplicita di marchiare a fuoco su un braccio, e di segnare per sempre, tutti, tutti gli individui di quel gruppo. Tutti, buoni e cattivi, colpevoli e innocenti, adulti e bambini. E questo marchio, che ci piaccia o no è per sempre.
Il vero motivo per cui oggi sono qui, è per ricordare a me e a voi, gentili Signori e Signore, soltanto questo.
Vi ringrazio di cuore per la vostra attenzione.
Buon lavoro a tutti.


Pietro Bono

martedì 9 luglio 2013

The impact of the media on the members and families of the Arkeon association - ICSA Conference Trieste - July 5, 2013


ICSA 2013 Annual Conference
Manipulation, Abuse, and Maltreatment in Groups
Trieste, Italy  -  July 4-6, 2013

Human rights, the law, and new religion movements: finding a balance -
 How the social context can violate individuals’ human rights

“The impact of the media on the members and families of the Arkeon association”

Ladies and gentlemen,
Today I’m here to report on the mediatic-judicial case suffered  in Italy from a movement known as “Arkeon”. I will discuss some of the difficulties faced by individuals and families that, in different degrees, have participated in the seminars after accusations were made in January 2006, and then disseminated, that Arkeon was a “dangerous psycho-cult” with a destructive character. In particular I want to highlight the role of the media which - together with some anti-cult associations, the magistrates and the institutions - painfully characterized this very emblematic case.  
I will start from some concrete examples.
An Italian journalist and writer, Caterina Boschetti, in her April 2010 speech  in London, referred to “arkeon” in the following terms: 

“…Recently a major breakthrough occurred at the level of the Italian media: two important episodes which led public opinion to take interested in cults.  I refer to the arrest in Bari of the leader of the organization Arkeon, Vito Carlo Moccia. This group had thousands of followers in our country, (one estimate: 10.000 people). In 2006, for the first time, Italian television showed a program giving information, following testimony by the adepts who managed to free themselves, but it is only recently that Vito Carlo Moccia was arrested. The crimes committed are sadly known: criminal conspiracy, fraud, illicit exercise of medicine, violence against individuals, ill-treatment and abuse on minors, applying the art of undue influence for criminal ends. All for the money, much money…”.
“Evolution of the situation in Italy: from the black book of Italian cults to the project Nepenthes, a film about the cultist excesses to make people aware of the problem” - Caterina Boschetti, Journalist and author

The fact is that the founder of Arkeon was never arrested and, what’s more , in April 2010 the trial against “arkeon” had not yet begun and anyway it would have ended in July 2012 with an absolution from Bari’s Tribunal:

“…the outcome of this Judgement disconfirmed the existence of the main and most serious accusation, which is Arkeon being a “psycho cult”, it excluded the existence of a state of inability to understand and will for those attending any kind of seminar, of mental manipulation techniques and of any kind of violence acted against minor age persons. In this Judgement there is no allegation of fiscal Crimes and it was clear that the costs of the seminars were fixed and well known to attendants. The process excluded the existence of the aggravating conditions of having induced in the attendants the fear of an imagery danger as reason for monetary payments and that of a relevant damage. Hence it followed the lack of basis to' proceed for the Crimes of truffle, for which no quarrel has been presented by the victims…”
“Motivations of the judgement, pages 896 and 897”

What authorizes a sensitive person, a journalist, to feed the media with false and ungrounded information on a group, which could damage the lives of many harmless families? Who and what authorizes a person to exploit with false data a very delicate story which deals the life of thousands of families, with the aim to promote the reintroduction, in Italy, of a law against plagiarism?

The mediatic-judicial case about Arkeon started in January 2006, when three persons - who attended arkeon seminars in different ways - accused the behaviour of Arkeon association during three acts of a transmission on one national TV channel, accusing the founder and other arkeon teachers of many crime, like truffles, sexual abuses, violence on minors, suicide incitement and so on.
The president of an anti-cult association took part to such transmission, declaring she studied “the arkeon cult” and its risks for ten years and she collected many serious witnesses.

After these transmissions, a true escalation began of TV programmes, articles on newspapers, internet forums which still goes on, after more then seven years and despite a judgement of substantial absolution for Arkeon.

ARTICLE LIST before the opening of the trial

ARTICLE LIST after the opening of the trial

Immediately after the first transmissions on Arkeon, anonymous letters of threat began being received both by those organizing the seminars and the hotels hosting the seminars in many Italian cities. Letters describing the “dangerous and destructive arkeon cult” and the “devil Vito Moccia”, the founder of the movement.
During the  following months many “accidents” happened, as wheels cut to the cars of people attending seminars, or more and more heavy threats (pictures of skulls and skeletons included) directly received at home by masters or people attending their seminars.
Not to talk of what was starting on the internet. Dedicated forums where - among falsehoods covered by anonymity and true insults - rapidly it was required, in delirious crescendo, the  “excommunication from the Catholic Church for the arkeon families” or the intervention of social services to “remove the minors from arkeon families  to protect them”.
These things and many more contributed to create an enormous confusion in people and families.
By sure, what created a growing discomfort was the label “cult”.

As well pointed out by the researcher Raffaella Di Marzio in one interview of hers dated 2013:
“Arkeon was borne as a Reiki association which, around 2004, changed because the founder returned to his infancy catholic roots. He reconverted to Catholicism. The organization was changing its socio-cultural and anthropological features and was becoming something else. Indeed the name changed in “Arkeon” when they were investigated, before it had another name. During these changes, in these kind of  organizations strong disagreement arises and large part of the attendants of the Reiki seminars refused it.  Many problems arose, also because the founder came nearer to the Catholic and found some priests who welcomed him. From the point of view of these priest, these were persons passing from a distance from the Church (Reiki, the East, certain beliefs incompatible  with  the Catholic Church) to a slow coming back in the Catholicism.
During this deep change , Arkeon was becoming a anthropologic path to recollect the ancient roots of the family: the values of sonship, fathership, mothership. It has never been a religion, rather an anthropologic path with catholic connotations…”
Prosecution and anti-cult campaign: interview with Raffaella Di Marzio

Suffering harmless the ignominious label of “cult”, while vulnerable for this troubled change, created an enormous confusion in the persons attending or who attended the Arkeon seminars of two or four days. But even more, it caused suspicion and fear in the relatives (parents, spouses or sons), who had never directly known arkeon.  The word “cult” is certainly not reassuring for anybody, and in the common sense it indicates at least something unclear and criminal, if not even perverted.

For example, it is no surprise the behaviour of a roman family which, after seeing a widely followed transmission on a national TV channel  which dealt with the arkeon case in an impacting way, worried for their 20 years old son who had attended two arkeon seminars following the invitation of his girlfriend, then called an anti-cult association and, during 2007 summer, threatened their son to leave his girlfriend and arkeon for his own sake, with a gun in their hand pointed at him.
It should be noted that this serious and goodwilling young man, whom I had the pleasure to know, was not taking the distance from his family, on the contrary he only wanted - maybe also thanks to his path in arkeon - to receive his father’s blessing to settle up his own family with his girlfriend. What indeed he did, even if to do it he had to put a five hundred kilometers distance from his parents, in order to avoid other unpleasant misunderstandings or tragedies.
Arkeon e i "Cervelli Lavati" 19-3-2009

In fact, the peak of the story was reached only in October 2007, when the founder and other 5 arkeon masters received the notification of investigation from Bari’s Police. The following day all the italian newspapers and TV channels spoke about the “arkeon cult defeated”: truffles, sexual abuses, violences on minors, slanders, psycho-cult and adepts were the typical words used in the headlines of the scoops. A TV program was broadcasted in prime time on the case:  

Since then, the Arkeon seminars - which until then had continued despite many difficulties and undersized - definitely ended. The website was closed by the Police, just like the dedicated discussion forum and all the relative email accounts. The arkeon families found themselves suddenly isolated, harmless and exposed to any injury and falsehood. All of this, while the TV showed the images of the press conference of the Police of Bari which “defeated a dangerous and destructive psycho-cult: the greatest in Europa…”.
Those were days of true madness. Nobody understood what was happening. But it was clear that anything could happen.
After the first TV programmes of 2006, inside arkeon a strong debate opened on the accusations received. A wave of self-criticism strongly moved and many meetings were organized, open to all the arkeon attendants, to go deeper and collect witnesses of any potential misbehaviour or abuse suffered from people during the seminars. In the previous years, indeed, the internal “Ethical Committee” had banned some masters, but for reason far less serious than those witnessed on TV and basically related to a not full respect of the internal code of conduct concerning the arkeon teaching approach.
What’s more, to avoid any risk of “self-referentiality”, the board of Arkeon worked since the first months of 2006 to allow an objective study of the group, of its modes and of any criticalities, led by professional people completely unrelated with the group.
To this aim, the founder Vito Moccia called the GRIS (Group for Socio-Religious Research and Information), which kindly refused the invitation.
Finally, this neutral study was performed between the end of 2006 and the first months of 2007 by the authoritative CISF (International Centre For Studies on the Family).

Notwithstanding, after the accusations from the Prosecutor Office - which basically recalled those raised on TV - an abyss opened in front of the arkeon families.
Suddenly anonymous threatening phone calls began, directly against persons around arkeon, but also at work, in the schools and kindergartens of the sons.
The parents of the schoolmates of our sons, frightened by the apocalyptic tones of TV programmes and newspapers headlines, started avoiding any contact and sometimes stopped hailing us. In some schools, due to anonymous phone calls but also to the fears of the other parents, the school managers strongly asked the arkeon parents to bring their sons elsewhere.
In conclusion, delirium and hysteria exploded.
Sometimes, the children were jeered and heavily insulted by their school mates who probably had heard  their parents’ discussions on arkeon.

The same happened at work, where - due to anonymous reports or mediatic exposure - many persons who had attended the seminars were interviewed by their managers and sometimes fired.

This mediatic pillory applied also in the churches. One priest explicitly invited a catholic family of arkeon not to take part anymore in the Sunday’s Mass in his church and to change parish because they “embarrassed the whole community”.

Exactly in that period I changed house together with my wife and children. After a painful reflection, still unable to believe to what was happening and conscious I exposed my name in the web on a blog dedicated to the arkeon case, I decided to inform preliminarily the counterparts of my new village. So, with enormous pain and embarrassment, I went to the School manager, the Major, the head of Local Police and the Parish to explain them - in the less confuse way possible - what me and my family were living and the chance for anonymous letters against us. I did it with the death in my heart, conscious that - in case the news had to spread - surely me and my family would have had no future in that place. Thanks God I found in all those persons a great opening and understanding.

If possible, the situation for the families worsened further on when, on 26 march 2008, also the scholar Raffaella Di Marzio was inquired for the same crimes attributed to the arkeon masters and her website was closed by the Police of Bari.
The confessions of "the monster in the mirror". Arkeon, the anti-cult associations and the  Order of Psychologists: a personal  experience.

I had contacted Mrs. Di Marzio in November 2007, after the intervention of the Prosecutor Office of Bari against Arkeon.
I had read some of her scientific publication on the matter and hoped to find in her an open minded counterpart, ready to explain to me and to the confused arkeon families what was happening and also to listen to them. My wish was not frustrated. In February 2008, during a first meeting, she met several arkeon families and then she published on her blog an article on it.
“To be or not to be a cult : THAT is the question - When the information becomes a dogma, the committees become courts, the experts become “guru” and people remain, anyway, victim”.

The families, from their own, founding an authoritative and respectful counterpart, opened themselves and started sharing directly to Doc. Di Marzio their fears for all the story.
So when the same Raffaella Di Marzio was inquired after one month by the Police and her website was closed, the world collapsed for many persons.
The picture worsened also due to a new wave on the media, which attacked further on, exciting the arkeon critics who raged on the web with no constraint, setting on fire the opening of the trial.
The outcome of all such pressure was the disaster in many arkeon families, as many persons nearly frightened by this manhunt had no more references.
Together with other associates, in order to avoid further prosecutions, with infinite pain I choose to support the closing of the Arkeon association.
Many families breaked up, in others so strong was the pain for the lies heard and the isolation suffered that someone considered suicide. Someone among those inquired indeed tried it.

After some months, in October 2008, desperate and conscious of the risk I ran, I tried to dialogue with European FECRIS (European Federation of Centres of Research and Information on Cults and Sects), which, through its President Mr. Griess, turned me to its Italian affiliates. These ones, despite my many preaches, didn’t want to open any dialogue, no way.
“Communication to FECRIS 7th October 2008”

This state of impotence continued until spring 2011. Meanwhile the tabloid articles attacked anyone who simply dared appearing on the scene of the arkeon case, even when only to raise some question. Everything was grinded through the media and the discussion forums on the web.

In spring 2011, as the arkeon trial was approaching,  some facts changed the scene.
On 8 march 2011 the Magistrate of Bari archived the case against Di Marzio because “the crime news was inconsistent” and soon after her website was again available.

At the same time, few weeks before, a former arkeon master - who had become one of its main accusers - had committed suicide. Some newspapers tried someway to grant arkeon the responsibility for that, but - as it become later on clear from the witnesses in the trail - this was more probably related to a fallback in drug addiction and the consequent painful divorce.

The mood around the trial worsened even more after the Prosecutor in Bari decided to open up a parallel case accusing of slander 47 arkeon members, many of whom were in the list of the defence witnesses for the founder Vito Moccia. That implied making void their witness, as they were accused too. This “dance of the procedures” costed a lot of money to many innocent families, but also gave an unpleasant sensation.
Anyway, the case for slander against the 47s had been then archived, after the end of the main trial.  But it should not be forget that the newspapers in March 2010 at the beginning of all the story headlined:  “… 47 inquired. Under accusation the adepts of Arkeon - The psycho-satanic cult promised to solve psychic problems and serious diseases through its seminars”.  Nor it should be forgotten that this case kept suspended for three years the life of 47 persons, whose only wrong was their wish to bring their witness in a highly delicate trial.

The absolution sentence of arkeon, as for the psycho-cult issue and the related crimes, was pronounced by the Court on 16 July 2012.
It has not been appealed against by the accusation, so it can be considered final. Instead the crime for abuse of the profession of psychologist and the relative crime association has been appealed by the defense and it will be treated in a second trial.

The sentence spoke clearly: “…the outcome of this Judgement disconfirmed the existence of the main and most serious accusation, which is Arkeon being a “psycho cult”, it excluded the existence of a state of inability to understand and will for those attending any kind of seminar, of mental manipulation techniques and of any kind of violence acted against minor age persons. In this Judgement there is no allegation of fiscal Crimes and it was clear that the costs of the seminars were fixed and well known to attendants. The process excluded the existence of the aggravating conditions of having induced in the attendants the fear of an imagery danger as reason for monetary payments and that of a relevant damage. Hence it followed the lack of basis to' proceed for the Crimes of truffle, for which no quarrel has been presented by the victims…”
“Motivations of the judgement, pages 896 and 897”

Notwithstanding, the lawyer of those accusing Arkeon issued a curious press release so ending: “…No absolution, then, for Moccia and his associates (apart from slander), but confirmation that the serious facts denounced were true and proven!”    Avv. Marco Marzari

Even more alarming is that on 18 June 2012, which is five months after the absolution sentence, two Senators of the Italian Republic signed a document named “Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-08890” where, among other things, they gave it for granted that in the arkeon trial the crime of mistreating of minor had been proven.  Which is false and so more serious given the institutional level where it was said.
But years of prejudice and falsehoods spread on the media cannot be cancelled easily.

Personally I’m grateful to this hard experience and the long pain of these years. I spent and exhausted myself also mentally, and I well understand I would need also some pharmacologic support. I worked for too many years in psychiatric hospitals not to realize it. The condition my Psychiatrist required me is to get out of this story and put it definitely away. I kindly answered I cannot; but even more I don’t want to.

I’m ill-treated with denounces, nearly all for slander, by some Italian anti-cult groups, because I didn’t keep silent about the wrongs and bullying I witnessed.
On my side there is not some psychopathic leader or people belonging to some strange group. In my same condition there are many scholars and professionals, here present and who organized this Meeting in Trieste. And this honors me.

I want to conclude my speech with a prosy but hard note.

Demonizing someone or something is not so difficult.
Using the word “cult” to do it is the simplest way.
What today, with all respects, I want to make well clear to all of us here present is that every time we use the word “cult” or we “whisper” it to some journalist so he writes it about a group or a story, we are taking the explicit responsibility to label with fire and forever all the members of that group. Everybody, good and bad, guilty and innocents, adults and children. And this label, like it or not, is forever.
The true reason I’m here today is to remind me and you, Ladies and Gentlemen, only this.
Thank you by heart for your attention.
Good job to you all.


Pietro Bono